Al Rifugio Nino Pernici da Riva del Garda con i N. 404-404/B-413

GRUPPO
Alpi di Ledro
TIPOLOGIA
Escursionismo
DIFFICOLTA'
EEA: ferrata di media difficoltà con tratti attrezzati ( scale e funi) molto esposti.
Set completo da ferrata .
TEMPI SALITADISCESAALTEZZA MASSIMA
7 h 1.890 m 180 m 1.740 m

PERIODO CONSIGLIATO
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

Caratteristiche percorso
Una lunga e faticosa escursione, per via del marcato dislivello superato e soprattutto per il caldo, che nei mesi estivi può essere veramente opprimente.
Per quanto concerne la ferrata, la difficoltà della via è relativa ed è costituita dall’estrema esposizione delle lunghe rampe di scale metalliche. Occorre assoluta assenza di vertigini, mentre per quanto riguarda le difficoltà tecniche, esse sono irrilevanti, ad eccezione del breve camino che discende dalla vetta al termine del tratto attrezzato. Le lunghe scale, pur prive ovviamente di passaggi impegnativi, stancano molto e richiedono una certa forza.
Occorre fare attenzione ad eventuali cadute di pietre, peraltro frequenti, in particolar modo nel tratto attrezzato con la lunga scala alta 70 metri.
Si sconsiglia di percorrere questa via in estate a causa delle temperature molto elevate (anche più di 30°C), per l’assenza di ventilazione dovuta alla concavità della parete, per l’esposizione a sud – est.
Si raccomanda di non percorrere il “Sentiero delle Cime” in caso di innevamento per l’altissimo pericolo di valanghe.

Accesso
 
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Descrizione percorso
Lungo percorso che abbina l’adrenalina della salita su ferrata alla traversata lungo crinali prativi e boschivi in ampi panorami. Si consiglia di prevedere il pernottamento al Rif. Pernici

Da Riva (m.80), in direzione per Limone, sulla Gardesana occidentale , si sale con segnavia n.404 lungo una comoda e lastricata stradina che, con numerosi tornanti, conduce a un bivio ove si seguita a sinistra (sud) fino al Bastione, fortezza veneziana a pianta circolare del 1508, recentemente ottimamente restaurata.
Appena prima della fortificazione, il sentiero prende a destra e sale ripidamente per una pineta, raggiungendo in 20 minuti una strada forestale si continua a sinistra (sud), pervenendo alle condotte forzate della centrale idroelettrica di Riva e, lasciando a sinistra il segnavia n.405, si prosegue a destra (nord) con l’itinerario 404, si supera una diga paramassi e con erti tornanti si arriva a Capanna S.Barbara m.560 della Sat di Riva ( 1 ora e 15 minuti).
Continuando con il nostro sentiero si giunge ad un bivio, a destra (nord) con il 404/B si raggiunge l’attacco della ferrata.
Le funi metalliche guidano su facili gradoni rocciosi poco esposti e ben appigliati. Segue un breve tratto di sentiero nella boscaglia sino alla base della grigia e strapiombante parete verticale (m 870). Una scala in ferro alta più di 40 metri e divisa in due da un piccolo terrazzino sospeso scavalca in massima esposizione l’imponente parete, sino ad accedere al soprastante pulpito. Si procede su placche rocciose inclinate, in moderata pendenza, con le funi metalliche come corrimano.
Alzando la testa si può già scorgere la lunghissima scala che ha dato fama alla via.
Raggiunta la base della grande bastionata rocciosa, si supera una prima balza scoscesa con funi e chiodi di ferro raggiungendo così la base di una prima scaletta alta 15 metri (m 1000 – targa metallica sulla parete con scritta in dialetto trentino). Superata questa prima scaletta inclinata, siamo sull’esile terrazzino dal quale parte la seconda impressionante sequenza di pioli: la scala, alta ben 70 metri, si inarca all’interno di un grande diedro giallo sino a divenire strapiombante nel settore superiore (senza attrezzature sarebbe un’arrampicata di IV grado) . Stando letteralmente sospesi sulla grande parete, in marcatissima esposizione, si raggiunge infine la soprastante rientranza, dove si può rifiatare. Una terza scaletta alta una quindicina di metri ci porta definitivamente nel bosco, al termine delle maggiori difficoltà.
Dopo un breve tratto di sentiero nel folto della boscaglia, si a ritorna, a destra, sulla cresta che conduce direttamente in vetta. Se ne segue il filo con funi metalliche e tre brevi scale (una quasi in contropendenza), sino a raggiungere direttamente la cima (m 1260 – ore 3.30 dalla partenza – bandierina metallica – libro di vetta).
Stupendo panorama sul lago, la piana benacense, M.Baldo, M. Altissimo, la catena Bondone-Stivo.
Dalla cima si scende dalla parte opposta (ovest), per un breve tratto attrezzato con funi, fino alla forcella con punto di atterraggio per l’elicottero: si prende a sinistra (sud N°418) in debole salita sino alla biforcazione nei pressi di una grotta scavata in epoca di guerra (20 minuti - circa m 1300).
Qui si prende a destra, (nord) con il “Sentiero delle Cime” N°413 sempre sul roccioso e precipite versante est della Rocchetta (loc. Giochello), prima con decisa salita, poi più leggera e infine pianeggiando avvicinandosi a Cima Valdés. Da qui con un tratto di discesa si giunge a bocca Giumella (m 1410 – ore 0.50 – accessi da Molina di Ledro e da Campi di Riva).
Ora si deve risalire a bocca Dromaé (m 1690 - ore 0.50) : per chi si sente in forza, si consiglia la digressione su tracce di sentiero fino a Cima d’Oro (m 1800) e alla croce posta in un punto estremamente panoramico, a picco sul lago di Ledro.
Da bocca Dromaé si sale ancora, aggirando Cima Sclapa e Cima Parì giungendo a quota 1800m: da qui il sentiero comincia a scendere per giungere alla larga bocca di Saval (m 1740 – ore 0.50), avvistando una serie di costruzioni e caverne della I^ Guerra mondiale.
Rimane l’ultimo tratto di percorso, con tratti pianeggianti e complessivamente in leggera discesa ci porta in 45 minuti ai 1600 metri del Rifugio Nino Pernici.

Punti d'appoggio
Capanna di S.Barbara (aperta la domenica, da ottobre a maggio)
Rifugio Nino Pernici ( informazioni: www.pernici.com – tel 0464505090 – cell. 3453301981)