E’ così nato il “Progetto Sopraimille”.

Insieme abbiamo cercato il senso di quello che stavamo facendo, integrando i rispettivi ruoli per permettere a destinatari del progetto di recuperare un compiuto senso di sé, di riscoprire abilità poco utilizzate, di meglio sintonizzarsi con l’ambiente, di consolidare legami interpersonali validi ed un positivo senso di appartenenza al gruppo. Per raggiungere questi obiettivi la montagna appare una risorsa, uno strumento ideale; in montagna le persone sentono di essere una parte vitale della realtà che scorre, che le proprie azioni possono aiutare se stessi e gli altri; ognuno diventa un anello importante all’interno del gruppo, impara ad affidarsi agli altri ma anche ad essere lui in prima persona responsabile della sicurezza della persona vicina, anche degli stessi accompagnatori.
Dalle gite più semplici vicino casa alle avventure in piccole grotte; dal freddo affrontato sulla neve con le racchette ai piedi, in parete durante pomeriggi di arrampicata; piatto caldo in rifugio, aspettare l’altro perché fatica, discutere di quello che si prova, bagnarsi di sudore o pioggia, ascoltare ed essere ascoltati … dovevamo aspettarci che in montagna tutto questo potesse accadere.
E progressivamente abbiamo visto che quello che si concretizza a volte con difficoltà in un ambulatorio medico o in un centro riabilitativo, riesce a prendere forme più semplici e dirette in un ambiente naturale, seguendo leggi e percorsi inaspettati ma con risultati sorprendentemente validi
Ma quello che non potevamo aspettarci era il seguito. Mentre il gruppo Sopraimille proseguiva la sua esperienza, attorno ad esso nascevano idee, iniziative, sensibilità. Come quella dell’amministrazione comunale di Riva del Garda, decisa a supportare il gruppo e la sua attività, o delle tante persone disposte ad avvicinarsi e a far parte attiva dell’iniziativa; tutte occasioni per abbattere barriere, cancellare etichette, stare insieme.
Dal punto di vista più tecnico e scientifico era anche importante verificare i risultati del lavoro svolto, e per far questo abbiamo impostato un’attenta rilevazione di una serie di parametri, principali dei quali sono la crescita dell’autostima, la modificazione dell’ansia, la qualità delle relazioni interpersonali, i tipi di comportamenti agiti, il rapporto con il proprio corpo. Più nello specifico abbiamo monitorato l’andamento nel tempo di specifiche capacità quali la capacità di aderire ad ogni gita, di tenere relazioni valide nel gruppo, di usare correttamente l’attrezzatura, di progettare la successiva gita; l’analisi dei risultati, espressi anche graficamente, hanno dimostrato il netto e progressivo miglioramento dell’insieme.
E non è di secondaria importanza ricordare, a conferma della validità del cammino intrapreso, che tutti questi dati hanno inoltre rappresentato la base per tesi di laurea Universitarie.
Ed abbiamo iniziato a parlare linguaggi comuni e condivisi, ed il termine “Montagnaterapia” ha iniziato a circolare anche tra noi, come il desiderio di incontrare questi altri gruppi; desiderio che si è concretizzato nei Seminari di Montagnaterapia Sopraimille organizzati annualmente dalla SAT di Riva del Garda e dall’Azienda Sanitaria che si tengono al Rifugio Pernici.



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